L'Area Protetta di Torre Guaceto è una zona ad elevatissimo interesse naturalistico e subacqueo.
L'area
emersa, di tipo "umido", accoglie un'interessante oasi
naturalistica del WWF, meta di uccelli migratori in transito.
L'area sommersa offre l'interessante possibilità
di frequentare un fondale che da qualche tempo è
assolutamente privo di qualsiasi disturbo di natura antropica.
Al largo, da -20 a -40 m, il coralligeno di piattaforma si estende con una
fascia a contenere, verso costa, un'altrettanto ampia fascia di posidonieto, tra
i -10 e i -25 m.
Il fondale apparentemente monotono è
qua e là
solcato da profonde incisure e piccole depressioni le cui pareti, crivellate di
tane, ospitano gronghi, murene, aragoste e polpi. Una di queste depressioni si
insinua anche nel tratto di mare che separa la torre dal primo di una serie di
scogli, presentando pareti verticali di 5-7 m a partire da soli 3 m di profondità.
I fondali attorno agli scogli sono disseminati di cocci a testimonianza
dell'esistenza, nel passato, di un approdo per imbarcazioni da carico a quello
che doveva essere il terminale delle fornaci di Apani, poco più
all'interno.
L'area è
suddivisa in tre porzioni a diverso grado di tutela ambientale, ed accoglie un
parco nazionale marino gestito dalla Capitaneria di Porto di Brindisi.
Il regolamento per le attività subacquee con e senza autorespiratore presentato dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto è stato approvato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio nel 2009. A partire dalla stagione estiva 2010, quindi, sarà possibile immergersi nella riserva marina con Aquademia, in quanto unico diving accreditato. Quella del 2010 sarà in ogni caso una stagione di transizione e di organizzazione di questa nuova attività: per la prossima stagione contiamo invece di avere delle belle novità per il miglioramento della logistica e del comfort dei nostri ospiti.
Ecco un breve video subacqueo della Riserva:
Il tratto di litorale che
delimita l’AMP, nonostante sia relativamente breve, è caratterizzato da una
linea di costa molto varia; in particolare, in corrispondenza del lato
meridionale della Torre di Guaceto, la costa è lineare ed è costituita
prevalentemente da una falesia argillosa.
In prossimità della Torre e per alcune centinaia di metri rispetto al lato
settentrionale della stessa, la costa è caratterizzata da una piccola falesia
rocciosa con contorni frastagliati che formano una serie di piccole insenature.
Nel tratto successivo, continuando verso Punta Penna Grossa, la costa diventa
bassa e sabbiosa.
Dune
Costiere
La formazione delle dune è dovuta all’azione congiunta del vento
proveniente dal mare, che trasporta i granelli di sabbia verso l’interno,
e dell’effetto frenante offerto dalle piante pioniere che crescono sulla
spiaggia, che modellano i depositi sabbiosi parallelamente alla linea di
costa.
Fondale
roccioso
Il fondale roccioso è l'ambiente più conosciuto dagli apneisti.
La presenza di un substrato fisso offre maggiore possibilità agli animali
bentonici di colonizzare, poiché in mare c'è una grossa competizione per
lo spazio.
Nella zona mesolitorale è frequente trovare molluschi monovalvi che si
appiattiscono sulla roccia, trattenendo all'interno della valva acqua
marina, in grado di garantire all'animale la sopravvivenza durante il
periodo di emersione.
Fondale
sabbioso
L'individuazione di organismi sui fondali sabbiosi richiede una maggiore
attenzione, perché, a parte alcuni animali nectonici che si spingono su
questi fondali in cerca di cibo, la maggior parte degli abitanti si è
adattata a vivere seppellita sotto la sabbia.
Posidonieto
I fondali sabbiosi nella fascia ben illuminata del mare (da -3 fino anche a
-25 m) accolgono un ambiente del tutto caratteristico del Mediterraneo: la
prateria di Posidonia oceanica. Questo vegetale marino non è un'alga ma,
per l'appunto, un'erba, poiché è provvisto di radici, foglie e frutti.
Questa pianta è tipica del mediterraneo e si sviluppa lungo le coste del
Salento. Le foglie cadute della pianta si accumulano nella stessa prateria,
ma il moto ondoso invernale le asporta e le accumula lungo le spiagge.
Coralligeno
Questo ambiente, di cui rimangono solamente poche postazioni lungo il
Salento, si trova nella zona circalitorale. Le alghe di queste profondità,
pertanto, appariranno per lo più rosse o brune proprio perché, assorbono
solo la componente verde-azzurra della luce (che è quella maggiormente
penetrante nell'acqua).
La Riserva Statale
La Riserva Naturale dello Stato
di Torre Guaceto si estende per circa 1.200 ha presentando un fronte marino che
si sviluppa per 8.000 mt.
L’area è configurata come un rettangolo più o meno regolare, con una
profondità media di 3.000 metri, attraversata e divisa dalla strada statale n°379.
I sistemi che si sviluppano a monte e a valle della strada statale sono
profondamente diversi.
La
Macchia Mediterranea
La macchia mediterranea è un ecosistema costituito essenzialmente
da piante arbustive e da alberi di piccole dimensioni. La sua ampia
diffusione in tutto l'areale mediterraneo costiero deriva dalla progressiva
scomparsa dei boschi sempreverdi al climax, dovuta ad incendi, disboscamenti
e fenomeni di degrado. Originariamente la presenza delle leccete confinava
la macchia mediterranea ai limiti delle formazioni boschive o ne limitava lo
sviluppo a sottobosco.
La
Zona Umida
La presenza a Torre Guaceto della zona umida e le conseguenti relazioni
che si vengono a creare con gli ambienti limitrofi, rappresentano la
caratteristica naturalistica tra le più importanti dell'area. La zona umida
connota profondamente l'area, tanto che il nome Torre Guaceto deriva dal
toponimo arabo Gaw-Sit, che vuol dire "luogo dell'acqua dolce";
tale nome deriva dal fatto che la zona è alimentata da polle sorgive
d'acqua dolce. Essendo posta lungo la costa, però, la zona umida è d'acqua
salmastra.
Il
Sistema Agricolo
La Riserva naturale di Torre Guaceto è estesa 1.114 ettari dei quali 716
ettari ricadenti nel Comune di Carovigno e 398 ettari nel Comune di
Brindisi. L'area ha subito dagli anni ’50 ad oggi una profonda evoluzione
in quanto la zona è stata interessata dalla Riforma Fondiaria attraverso
gli appoderamenti assegnati e l'assegnazione alle famiglie contadine, ai
successivi frazionamenti ed al livello di affrancamento della proprietà
fondiaria dall'Ente Riforma, che sino ad oggi ha raggiunto circa l’80%.